giovedì 10 ottobre 2013

La scuola Siciliana e il Dolce Stil Novo


In Sicilia, alla corte del ghibellino Federico II di Svevia (figlio di Federico Barbarossa), fondatore a Napoli della prima università italiana (famosa per gli studi giuridici) e fondatore dell’università di Salerno (famosa per gli studi di medicina), vengono chiamati studiosi cattolici, greci ed arabi; il colto imperatore, infatti, che parlava tedesco, francese, greco, latino, arabo ed ebraico, promosse studi di filosofia e di scienza nella città di Palermo, esattamente nel 1230 quando nacque la scuola Siciliana, primo centro in Italia in cui si studiava l’Italiano, derivante dal latino volgare grazie ad un gruppo di poeti, in tutto una ventina tra cui Pier Delle Vigne, Jacopo Da Lentini, Filippo Da Messina, Cielo D’Alcamo ed altri. Dopo la morte di Federico II di Svevia (1250), la scuola Siciliana si frantumò e l’eredità passò in toscana, più precisamente a Firenze, dove prese il nome di Dolce Stil Novo; qua il fiorentino scritto, diventa negli ultimi anni del Duecento, la lingua letteraria standard di tutti gli intellettuali italiani fino ai giorni nostri; ecco che un cenacolo di poeti capeggiato dal bolognese Guido Buinizelli, giudice di professione e da Guido Cavalcanti, Cino da Pistoia, Lapo Gianni, e lo stesso Dante Alighieri fonderanno il nuovo stile distaccandosi dalla precedente tradizione Siciliana. "

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